I tempi e la velocità della Rete sono sempre forieri di grandi rischi. L’ultima a prendere uno scivolone è Lettera43 che ha pubblicato oggi un vecchio pesce d’aprile, spacciandola per notizia vera. La notizia, inventata di sana pianta da Marco Nannini, skipper della UniCredit, oltre un mese e mezzo fa (modificando anche la foto della sua barca con il photoshop), è, in sintesi, questa: Berlusconi, per uscire dall’incubo mediatico degli scandali sessuali, decide di sponsorizzare una barca, chiamandola Bunga Bunga, con, per logo, una donna nuda, capelli al vento. Evidentemente inverosimile, ancor di più se si nota che il direttore della comunicazione Fininvest si chiamerebbe Aprilio Peschio. Insomma una brutta scivolata per il quotidiano diretto da Paolo Madron.
Al netto delle considerazioni sulla scarsa attenzione della redattrice che ha “passato” la notizia, che non si è preoccupata neanche di verificarla, è però interessante notare come una notizia talmente inverosimile abbia comunque scatenato una ridda di commenti dei lettori. Lettori che si sono fidati dell’autorevolezza della testata e non si sono fatti sfiorare neanche dal dubbio che potesse essere un errore marchiano. E’ questo l’aspetto che più fa riflettere. Se è vero che non è il primo caso nella storia del giornalismo, è vero però che sul web basterebbe fare una ricerca sulla Rete per scoprire che si trattava di una bufala o, semplicemente, per farsi venire qualche dubbio. E invece no. Lo dice un media autorevole e allora sarà vero. Ne avevamo parlato recentemente ma questo è un case history davvero interessante, una conferma indiscutibile del ruolo centrale degli snodi ovvero dei media autorevoli come gatekeeper e come inluencer della rete.