Online media relations: quando la comunicazione è relazione

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Il dibattito che si è svolto a Belluno, tutto sulle media relations online, che mi ha visto protagonista, intervistato da Filippo Nani. Valeria Bacco, Lisa Scudeler e Silvia Zanatta di Uniferpi Padova lo raccontano bene, in questo post, pubblicato su Medialab.

 

 

Com’è cambiata l’attività di Ufficio Stampa dopo l’avvento e lo sviluppo del Web 2.0? “Un approccio alle media relations completamente nuovo, come nuovo è l’universo a cui si rivolge: il web, una grande piazza virtuale animata da numerose community”. Così Filippo Nani – Delegato Ferpi Triveneto – introduce alla serata di Venerdì 23 marzo Daniele Chieffi, giornalista e online media relations manager del Gruppo UniCredit, giunto nell’atmosfera intima e raccolta della libreria bellunese Mondolibri, per presentare il suo libro Online media relations.

L’ufficiostampa su Internet ovvero il web raccontato ai comunicatori”, inoccasione dell’ottavo appuntamento di “Un libro, un tema, un’idea”organizzato dal Direttivo di Ferpi Triveneto e dell’AssociazioneItaliana Comunicatori Pubblici.

Ma cosa significa veramente fare online media relations?

Nell’epoca dello “share”, dei post, del tweet e del retweet, la Rete diventa luogo della condivisione, in cui la notizia è online e on time, si diffonde immediatamente e con altrettanta rapidità viene rielaborata. La Rete diventa il palcoscenico per un nuovo approccio alla notizia, imponendo ai comunicatori la necessità di fronteggiare una rivoluzione. Come la “vecchia” Agorà, così la Rete raggruppa persone, idee, conversazioni, esigenze e opinioni in piazze virtuali che vedono persone reali dialogare e nutrirsi di informazione che viene prodotta e riprodotta, di volta in volta.

Singoli individui possono dare origine a community online, aggregati di persone, organizzati come veri e propri gruppi sociali. Osservare le conversazioni di comunità intere diventa un’attività di rilievo per l’addetto stampa, così come la capacità di individuare e dialogare con l’opinion leader di riferimento. “Relazionarsi con questi gruppi di persone è attività di RP”, spiega Daniele Chieffi, che aggiunge “per le imprese i social media diventano strumenti a costo zero, ma a massimo contatto”. Interessante, dunque, la sfida che viene a generarsi per il comunicatore e per il relatore pubblico.

Tempestivo, pronto e informato: queste sono alcune delle caratteristiche dell’addetto stampa online, professionista che deve relazionarsi con giornalisti, ma anche adattarsi all’universo mediatico e ai nuovi attori della comunicazione online, dai blogger agli influencer, fino ai semplici utenti immersi in un flusso informativo immediato, virale e in costante evoluzione. L’addetto stampa deve comprendere questo fiume di informazioni e monitorarlo per prevenire crisi di comunicazione e, di conseguenza, aziendali.

“La forza di un ufficio stampa 2.0 consiste nel governare, creare e distribuire valore in termini di informazioni, contenuti, ma anche relazioni” afferma  Daniele Chieffi spiegando, inoltre, che “a differenza del passato, oggi l’addetto stampa e giornalisti creano un rapporto di collaborazione, di reciproca percezione e interazione”.

In questo scenario, le RP sono protagoniste di un’evoluzione epocale: stanno diventando identità professionali essenziali. E’ importante capire che la comunicazione è relazione.

Accanto a un’ottica marketing-oriented, rivolta al monitoraggio dell’informazione e del suo posizionamento nel Web, emerge un atteggiamento reputation-oriented: si crea, si rafforza e migliora la reputazione di un brand attraverso i media online, “sempre che l’intervento emerga a monte”, sottolinea Chieffi. Se non si interviene a monte nella costruzione e nella gestione della reputation, non solo sarà molto più difficoltosa la governance a valle, più alti saranno anche i tassi di negatività a cui un’impresa può andare incontro.

“Quindi questo approccio online ha senso sia per il B2B che per il B2C?” ci si chiede tra i presenti in sala.

“La Rete, essendo un ecosistema in costante evoluzione, sta inglobando sempre più qualsiasi processo di relazione. La reputazione diventa fondamentale sia per realtà orientate al business che a quelle rivolte al consumatore finale”. In questo senso, commenta Chieffi “nell’ottica B2B assume maggior importanza lo sguardo alla social reputation, piuttosto che alle media relations. Tutto è interrelato. Ritorna il concetto della reticolarità: ci si conosce anche nell’offline, far emergere l’importanza della reputazione è più che doveroso”. Non solo, oggigiorno gli interlocutori degli uffici stampa non devono più relazionarsi unicamente con dei professionisti: gestire i rapporti anche con i cosiddetti “non professional”, è una tra le sfide più importanti per le RP. “Bisogna riconoscergli la stessa importanza e la stessa reputazione che gli attribuisce la Rete. Ci sono persone che sono in grado di spostare l’opinione pubblica generando reazioni a catena, in positivo e in negativo, sia per imprese B2C che per quelle B2B”.

Una riflessione emerge spontanea dal pubblico: “In un territorio come quello del Nord Est, l’importanza di tale strumenti sembra essere più spesso sottovalutata, piuttosto che accolta e implementata”.

“E’ vero, riuscire a far comprendere alle aziende e al cliente l’importanza delle online media relations è un obiettivo spesso complicato da raggiungere, ma allo stesso tempo essenziale”, risponde Daniele Chieffi che, non a caso, definisce come “vera riscossa del piccolo” le potenzialità delle RP 2.0 per le piccole e medie aziende che caratterizzano il territorio nordestino, oggetto di riferimento. L’utilizzo costante e organizzato dei social media ha una portata strategica notevole per questo tipo di attività. “E’ un’opera di educazione al management; deve far fronte a un importante cambiamento culturale, non è né semplice, né immediata”. Il panorama è cambiato e sta cambiando costantemente e in modo accelerato, “prima o poi ci si renderà conto del bisogno di investire nella comunicazione, perché non si potrà più farne a meno. Il grande padrone dell’informazione online è il tempo. Sulla Rete tutto avviene velocemente”.

Per questo le online media relations (olmr) devono trasformarsi in un facilitatore, un acceleratore di processi e mai un ostacolo o un freno.


Valeria Bacco, Lisa Scudeler, Silvia Zanatta – Uniferpi Padova