Facebook, Twitter, Linkedin e………..ora i “Social Investor”

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Investimenti e social network, la rivoluzione è cominciata: dai post su Facebook ai feed di Twitter, dai forum riservati agli investitori ai video educational caricati su Youtube si sta assistendo a una vera e propria esplosione. Il fenomeno ha avuto un’irrefrenabile accelerazione negli ultimi mesi: un po’ per via del successo planetario dei social network, un po’ perché l’immediatezza consentita da questi nuovi media si sposa alla perfezione con le esigenze degli investitori.
Il punto di riferimento, come spesso avviene, sono gli Stati Uniti, dove si sta verificando una proliferazione di siti Internet dedicati ai cosiddetti social investor, ma anche in Italia si possono vedere le prime avvisaglie di quella che potrebbe essere una rivoluzione. Non a caso anche i principali attori dell’industria del risparmio hanno iniziato a muoversi su questo terreno. Il fenomeno è però tutto spontaneo e nasce dalla volontà dei singoli investitori di utilizzare quelle che sono diventate le casse di risonanza più potenti del web per commentare l’andamento dei mercati finanziari o di singoli titoli, per diffondere informazioni, ma anche per confrontare le proprie idee con quelle di altre persone unite dai medesimi interessi. Accade così che nella piazza virtuale di Facebook o di Twitter si possano incontrare ed ascoltare gratuitamente economisti, analisti o guru dei mercati finanziari, ma anche piccoli trader e investitori privati pronti a condividere intuizioni ed esperienze. Accade poi che i titoli azionari siano a loro volta sempre più influenzati da quanto viene scritto su forum e social network, ossia che i singoli investitori privati diano vita a trend di opinioni capaci di orientare il mercato. Ecco che si realizza la svolta: quella che era l’intelligenza dell’investitore, a volte supportata da un intermediario, viene sostituita da un’intelligenza collettiva, formata da più investitori grazie ai social network.Ma incorporare i social network nelle decisioni di investimento è davvero un vantaggio? Più teste di singoli investitori danno risultati migliori di quelli che potrebbe garantire un professionista del risparmio?

QUALI VANTAGGI PER GLI INVESTITORI.

In Italia uno dei pionieri negli studi sul social investing è Flaminio Squazzoni, professore dell’Università di Brescia, attualmente impegnato in uno studio condotto sul Forum di Finanzaonline, la comunità finanziaria online più grande d’Italia. “Di certo la capacità di reazione dei social network è maggiore rispetto ai media tradizionali, e questo mondo – spiega Squazzoni – sta influenzando molto i valori di mercato e la volatilità. Soprattutto in fasi di turbolenza gli investitori sono molto sensibili al gossip, alle informazioni non tradizionali. E ad essere sensibili non solo gli investitori di breve termine ma anche quelli che possono essere considerati investitori di medio/lungo termine, almeno per quanto riguarda i titoli posseduti”. Eppure la maggiore reattività non è l’unica cosa che gli investitori cercano nei social media. “I social network – prosegue Squazzoni – possono diventare dei sostituti degli intermediari.
Ad esempio contribuiscono a tenere sotto controllo gli istinti animali e l’effetto gregge degli investitori nelle fasi di tensione o di euforia, ma resta da capire con quali conseguenze in termini di fiducia. C’è poi il rischio del cosiddetto information overload. Secondo Niccolò Casnici, dottorando in Sociologia Economica presso l’Università di Brescia, un mondo che si aggiorna in tempo reale con informazioni a costo zero risolve il problema dell’incertezza da mancanza di informazione, ma fa emergere una forte complessità e un eccesso di informazioni; può diventare allora difficile distinguere le informazioni di qualità dalle altre. Serve quindi un intermediario che manipoli le informazioni. Le comunità online possono rispondere a questa necessità fornendo educazione finanziaria e maggiore consapevolezza delle scelte, e consentendo di limitare l’incertezza e di creare reti di interscambio di competenze. Tuttavia non è ancora possibile dire se conoscano meglio i mercati gli investitori tradizionali o se siano in grado di fare previsioni migliori coloro che usano i social network. Così come non è stato ancora accertato se una moltitudine di investitori sia collettivamente più intelligente di grandi istituzioni che possono disporre di economisti e ingegneri informatici. “Sono domande a cui attualmente non si può dare una risposta. Oggi stiamo vivendo questa svolta, le conseguenze potranno essere misurate più avanti”, conclude Squazzoni.
Quello condotto dal gruppo di lavoro diretto da Squazzoni è il primo studio di questo tipo in Italia per valutare come gli utenti usano queste piattaforme. Finora sono state fatte valutazioni quantitative dell’impatto di Google e dei social network sui singoli titoli, un impatto che si ritrova soprattutto nella volatilità. Non sono stati quindi registrati effetti direzionali, ma un’amplificazione dei movimenti. Per alcuni economisti inoltre le comunità di investitori online sono solo rumore e gli utenti privati non sono considerati in grado di influenzare i prezzi del mercato. Alcuni studi invece dimostrano che soprattutto l’attività di posting online sui forum può influenzare l’andamento dei mercati, in particolare volatilità e rendimento di alcuni titoli. Un altro studio, svolto dall’Università dell’Indiana ha invece affidato ai flussi di Twitter una capacità di predire l’andamento del Dow Jones a due giorni pari all’86,7%.

COME SCEGLIERE IL NETWORK GIUSTO.

Il punto fondamentale sta allora nella scelta delle proprie fonti di informazione. Ne è convinto Daniele Chieffì, giornalista esperto di social media e docente presso le Università Cattolica di Milano e Luiss di Roma. “Per un investitore è più semplice trovare informazioni, ma questa mole di informazioni deve essere interpretata. Questa interpretazione può essere fornita dai cosiddetti influencer, le persone più influenti in una rete di comunicazione, quelle capaci di creare un trend”.
Già, ma come si fa a capire quali sono le fonti più utili e le persone da seguire? “La regola principale è quella che definisco del “ristorante frequentato dai camionisti”. Chi ha più follower o amici è chi si è formato una reputazione sulla rete. Persone che nel tempo hanno confermato il valore delle loro analisi. Su internet l’affidabilità della fonte è costruita dalla rete stessa. Preferibilmente si tratta di personaggi che hanno una storia sia off che online. Una volta letto quello che è stato scritto dagli influencer, consiglio di effettuare comunque una ricerca personale a supporto delle proprie decisioni di investimento. Come a dire che va bene la regola camionisti, ma vale la pena buttare anche un occhio in cucina per controllare le condizioni di igiene”. Chiarito come selezionare rapidamente e in maniera semplice le informazioni, occorre sapere destreggiarsi nella multiforme offerta del mondo social. Qual è il social network più giusto per investire? “Facebook e Linkedin sono difficili da utilizzare per questo scopo – spiega Chieffi – Twitter va bene, ma i migliori sono i forum di finanza. Perché, soppiantati per quanto riguarda le chiacchere da Facebook e dagli altri social network, si sono fatti il nome di luogo dove parlare di cose serie e soprattutto dove si possono scambiare opinioni con persone che hanno gli stessi interessi”.
Ma i social network non permettono una maggiore immediatezza? “Non necessariamente, e soprattutto un forum permette una verticalità sui temi che i social media non permettono: in un determinato thread si parla solo di un tema specifico, è semplice e veloce accedere alle informazioni che si ricercano, mentre sui social network c’è molto “rumore di fondo”, perché sono sostanzialmente una piazza aperta dove parlano tutti e dove è molto importante riuscire a capire chi ascoltare. I forum hanno l’unico handicap che gli utenti utilizzano un nickname e quindi possono sembrare meno affidabili, ma sui forum c’è un livello di approfondimento che nei social network non c’è”.