MILANO – L’informazione è sempre più digitale. E lo sarà sempre di più. I quotidiani tradizionali sofforno, quelli online si moltiplicano e così siti, social network, blog. Un universo con regole nuove, popolato da nuove figure di giornalisti e in cui tutti possono produrre informazione. Un mondo per certi versi quasi incomprensibile per chi fa della comunicazione aziendale e delle pubbliche relazioni il proprio mestiere. Come si fa, infatti, ufficio stampa su Internet? Come cambiano le media relations nell’era del web?
CAMBIAMENTO TOTALE – La risposta, ovviamente, è che non solo cambiano, ma che lo fanno profondamente. Sino a modificare i paradigmi stessi della professione. Per raccontare e spiegare come si naviga, da comunicatori, nel grande mare del web, è nato «Online media relations. L’ufficio stampa su Internet ovvero il Web raccontato ai comunicatori» (Ed. Il Sole24Ore), scritto da Daniele Chieffi, giornalista che, nell’ufficio stampa di UniCredit, si occupa proprio dei rapporti con i media online. Un saggio-manuale nel quale l’analisi teorica si affianca alla pratica, oltre a offrire una serie di soluzioni pratiche a problemi concreti e “quotidiani” nella gestione delle relazioni con i media online. Un occhio «tecnico» che spiega dall’interno i meccanismi profondi della nascita, circolazione e capacità d’influenza dell’informazione nel mondo della Rete e come sia possibile interagire. A cominciare dalle nuove dinamiche di lavoro dei giornalisti digitali e delle redazioni online, senza dimenticare i sempre più influenti blogger, ma anche social network e forum, chiarendone il ruolo fondamentale e quindi l’importanza strategica per chi fa «pierre».
VECCHI STRUMENTI – Ma non è solo una questione di nuovi media e nuovi attori. Nel tempo di Internet assumono nuove forme anche i tradizionali “ferri del mestiere”, dal comunicato stampa alla conferenza passando per l’intervista, rivisitate e adattate al formato web, accanto a strumenti nuovi come le attività «SEO», la link popularity e il content providing. Paroloni difficili, ma strumenti che si scopriranno utili per la nuova dimensione della media relations. Senza dimenticare, poi, la sezione sul monitoraggio della Rete, figlia digitale della classica rassegna stampa, per sapere sempre «chi pubblica cosa, come e quando» e poter così intervenire «in tempo reale» sui contenuti negativi e, contemporaneamente, sviluppare piani di comunicazione da veicolare nelle community.