Media: il grande Mashup del 2011

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In un paesaggio mediatico che appare colpito da un terremoto seguito da uno tsunami, sembra prevalere la contaminazione e la fusione dei media e delle piattaforme – Sul New York Times David Carr traccia il quadro dell’ immediato futuro – L’ anno che si apre dovrebbe segnare l’ addio ai media verticali e l’ affermarsi di modelli ibridi in campo editoriale e nella raccolta delle notizie, mentre alla vecchia competizione si sta aggiungendo sempre di più la cooperazione – La fine della ‘’tv lineare’’ – E la vecchia stampa? E’ sempre a caccia di soldi, col NYT che presto lancerà un modello di business on-line “calibrato”

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The Great Mashup of 2011
di  David Carr
(NewYorkTimes.com)
(traduzione di Andrea Fama)

Per anni, coloro che come noi si sono mossi tra le paludi del media reporting – ovvero il giornalismo che parla di giornalismo, persone che raccontano storie di persone che raccontano storie – sono stati lasciati a tracciare il lento declino dei grandi media tradizionali e le debacle, senza conseguenze, degli astri nascenti digitali.

Oggi, a distanza di pochi anni, il paesaggio mediatico appare profondamente alterato, come un luogo colpito da un grave terremoto cui ha fatto seguito uno tsunami. Notizie sul mondo delle notizie – un tempo merce rara – si susseguono modificando i vecchi paradigmi.

Siti Web nati due anni fa valgono più di riviste con un passato cinquantennale, quotidiani illustri appartengono ora ai propri mutuanti, notiziari via cavo sono stati mandati gambe all’aria da strilloni di parte, i social media catalizzano l’ attenzione un tempo catturata dai produttori tradizionali, e lo schermo del televisore è solo uno dei tanti schermi su cui si fissano gli sguardi tra le mura domestiche.

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