Grazie alle reti, alle neuroscienze e agli algoritmi è possibile gestire al meglio i rapporti con i portatori di interesse. È quanto sostiene Toni Muzi Falconi, che fornisce alcuni spunti di riflessione e presenta tre casi concreti.
di Toni Muzi Falconi
La genesi dell’idea
L’attività di Relazioni Pubbliche cerca di individuare e convincere i potenziali influenzatori a sostenere idee, argomenti, prodotti e servizi in linea con gli obiettivi del cliente o del datore di lavoro. Uno degli obiettivi è di superare i limiti posti da distribuzione e di credibilità dei contenuti.
La questione delle relazioni con gli stakeholder – alimentata dalla crescente pressione delle loro aspettative sui processi decisionali organizzativi – è diventata una preoccupazione fondamentale per la licenza di operare.
Oggi questa preoccupazione risiede in ogni funzione manageriale.
Pertanto, la necessità di identificare gli stakeholder e di introdurre processi di coinvolgimento coerenti, ma autonomi, di tutta l’organizzazione, come gli Accordi di Stoccolma affermano chiaramente quando definiscono il ruolo contestuale del relatore pubblico nell’ organizzazione comunicativa.
A partire dalla tecnologia e-mail – uno con uno, uno con pochi e uno con molti – i limiti della distribuzione sono almeno in parte stati superati. Più di recente, la crescita dei social media ha alimentato un nuovo segmento di influenzatori, che… Continua a leggere qui