L’eG8 che parte domani in Francia rischia di diventare il primo appuntamento istituzionale per codificare una regolamentazione di Internet. Una sorta di “Yalta” del web che non dividerà la Rete in aree d’influenza ma, più verosimilmente, completerà la sua domesticazione. Da una parte ci sono, infatti i grandi player digitali (Google, Facebook and so on) che hanno di fatto trasformato la Rete in un’oligarchia, dall’altra questo ormai scoperto anelito di controllo che circola sempre più insistentemente a livello istituzionale, condotto dal presidente francese Sarkozy. Somiglia molto a un accordo oligarchico di spartizione del potere e di imposizione di regole a favore di grandi portatori d’interesse. E’ sin troppo evidente, infatti, che se di controllo si tratta è rivolto a impedire che la Rete sia un “media” fuori controllo, su cui chiunque possa pubblicare quel che vuole, a partire da contenuti imbarazzanti, inopportuni quando non pericolosi per i potenti di turno. L’articolo che quoto qui in basso, tratto da Dagospia (che, a torto o a ragione, incarna bene quest’uso libero della Rete), è chiarissimo oltre che molto informato, riferendosi tra l’altro a un commento di Der Spiegel.
Da Dagospia
IL NET-G8 È UNA FARSA! – LA RETE METTE IN GUARDIA DA CYBER-SARKÒ – IL NANO DELL’ELISEO SI APPRESTA A OSPITARE IL PRIMO WEB-SUMMIT DELLA STORIA DOPO AVER DEFINITO INTERNET UN “WILD WEST DA CIVILIZZARE” – LA GUERRA AL MONDO VIRTUALE È LA SUA MISSIONE E IL VERTICE DI DEAUVILLE È IL PASSO DECISIVO “PER IMPORRE LE SUE IDEE AUTORITARIE AL RESTO DEL MONDO” – IN FRANCIA HA INTRODOTTO LA “PENA DI MORTE DIGITALE”: SE SCARICHI UNA CANZONE NON NAVIGHI PIÙ…
Cosa c’è dietro il cyber-Sarkò? Il presidente francese incontra i più grandi luminari del web al mondo in vista del l'”eG8″, il primo vertice internazionale in cui i potenti del pianeta parleranno di internet. Nicolas Sarkozy, scrive il tedesco Der Spiegel, ha grandi progetti. E non c’è dubbio che quello in programma a partire da giovedì a Deauville sia la prima occasione per provare a disegnare un approccio comune alla rete.
Gli argomenti da trattare sono tanti, dagli attacchi hacker alla lotta al terrorismo, dalla protezione dei dati personali al maniacale interesse dimostrato da aziende come Apple per la posizione degli utenti. Eppure la comunità di internet guarda con notevole sospetto agli sforzi di Sarkozy di mettere il web al centro di un G8.
Solo tre anni fa l’inquilino dell’Eliseo definiva internet un “wild west” da regolamentare. Proponendosi come un napoleone del web, gli dichiarava guerra e si proponeva di civilizzarlo. E c’è da dire che da allora ha dimostrato un particolare zelo. Nel 2008, Frédéric Lefebvre, parlamentare dell’Ump (il partito di governo), ha detto che senza controlli rigorosi la rete è un focolaio di “psicopatici, stupratori, razzisti e ladri”.
Dopo un recente incontro con il Papa, Sarkozy ha affermato: “Regolamentare internet, correggere i suoi eccessi e gli abusi che vengono commessi in rete, nella totale mancanza di leggi: questo è un imperativo morale!”
Sarkozy ha dimostrato di voler civilizzare quel medesimo settore mediatico che spesso lo ha messo in imbarazzo con rivelazioni, foto e video. La Francia si è mossa e nel 2010 ha introdotto un modello piuttosto rigido per combattere la violazione del copyright. È stata creata un’agenzia di regolamentazione di nome Hadopi e ai sensi della normativa, ad esempio, chiunque venga pescato a scaricare illegalmente musica riceve prima due avvisi: uno via email e uno tramite raccomandata.
Alla terza violazione la pena oscilla da sanzioni pecuniarie al divieto di navigazione. Una misura radicale che dai critici della legge viene definito come qualcosa di molto simile a una “pena di morte digitale”.
A quanto pare Sarkozy non ha voluto lasciare nulla al caso in vista dell’eG8: lo scorso autunno, quando l’allora ministro degli esteri francese Bernard Kouchner stava pensando di organizzare una conferenza sulla libertà di espressione, il presidente gli inviò una lettera ricordandogli che lui, “le Président”, aveva tra i suoi principali obiettivi quello di civilizzare la rete. La conferenza fu subito annullata.
Questo curriculum vitae preoccupa gli attivisti online: “Questo summit è una farsa”, dice Jérémie Zimmermann, co-fondatore e portavoce del gruppo “La Quadrature du Net”, notando che Sarkozy ha detto chiaramente che vuole imporre le sue idee autoritarie ai colleghi del G8. La Quadrature du Net, insieme ad altri gruppi attivisti della rete, ha già annunciato proteste conlo slogan “G8 contro Internet”. La tesi è che i governi del mondo si riuniranno “per controllare e censurare Internet”.