Normalmente questo check-in si perderebbe nel continuo flusso di post, impedendo al sito in blu di monetizzarlo a dovere. Qui la nuova trovata: la segnalazione finisce in uno specifico riquadro sulla destra dello schermo, accompagnata dal marchio di Starbucks e dall’inevitabile pulsante like riferito alla catena di caffetterie.
Questi aggiornamenti personali verranno così trasformati in messaggi pubblicitari, legati non soltanto ai check-in, ma anche ai vari “mi piace” degli utenti. Un sistema che ricorda da vicino i cinguettii promozionali di Twitter e che potrebbe contribuire al già redditizio business pubblicitario di Facebook.
C’è chi ha storto il naso, ponendosi i primi interrogativi. Cosa accadrebbe se un utente parlasse male del caffè di Starbucks? I vari check-in rimarrebbero comunque commentabili dagli iscritti al sito in blu. E soprattutto, perché gli stessi utenti non dovrebbero reclamare una fetta dei guadagni di Facebook? La pubblicità, in fondo, è veicolata dalle loro esistenze social.
Mauro Vecchio