Qualcuno ricorda la caricatura di Spadolini disegnata da Forattini? Era il 1982 e Spadolini si accingeva a formare il suo secondo governo. Il grande vignettista lo ritraeva completamente nudo, rotondetto e con i “gioielli di famiglia” in bella mostra. In realtà, Forattini lo aveva sempre disegnato così, Spadolini e quest’ultimo, lungi dal prendersela, ci scherzava sopra, nonostante quell’immagine andasse su grandi quotidiani e periodici e finisse per essere quasi sostitutiva delle foto ufficiali dell’allora Presidente del Consiglio.
Anno Domini 2013, un blogger trova la foto di una sconosciuta naturista e la spaccia, complice una somiglianza impressionante, per la Presidente della Camera. Il fake inizia a girare in Rete. Apriti cielo! La reazione è durissima: polizia postale, indagini hi-tech (più o meno), denunce e oscuramenti di blog e pagine FB. Un numeroso manipolo di utenti della Rete “attenzionati” da forze dell’ordine e magistratura, sino a un giovanissimo bolognese che si è visto piombare in casa la polizia postale per aver ripubblicato la foto incriminata, come forma di protesta per l’atteggiamento, a suo dire censorio, che la terza carica dello Stato avrebbe verso il Web. Web, che nel frattempo lancia l’allarme censura, parla di atteggiamenti intimidatori, di nuovo medioevo digitale, di bavagli.
Tornando all’inizio, cosa c’entra lo Spadolini nudo con la Boldrini naturista-fake? Il principio sembra lo stesso: la satira attraverso una caricatura, con un evidente riferimento sessuale. Dov’è la differenza? Le differenze sono due. La prima è che nella foto della Boldrini non c’è nulla di satirico, è davvero un’immagine offensiva, invasiva della privacy e fastidiosamente sessista nonché ipocritamente moralista.
La seconda differenza è il Web. L’enorme visibilità, diffusione, penetrazione che la Rete garantisce a quella foto ritoccata apre scenari diversi. La diffusione di quell’immagine va fermata e se necessario, sanzionata in nome di una consapevolezza e responsabilità che è necessario avere se si è sulla Rete e si è quindi in grado di “parlare” a un numero potenzialmente infinito di persone.
Non è esercizio di libertà di parola o di espressione costruire un’immagine di una donna (ricopra o meno una carica Istituzionale) nuda e diffonderla a migliaia e migliaia di persone. Non è libertà del Web questa, è solo un atteggiamento di bieco sessismo oltre a essere una lesione dell’onore e della sfera privata di una persona. Alzino la mano, fra quanti stanno leggendo, quelli che sarebbero restati impassibili di fronte a un’immagine che li ritraesse nudi e che fosse diffusa su tutto il Web. Dov’è la satira? Dov’è l’esercizio della libertà?
Quindi tacciano quelli che urlano allo scandalo perché la terza carica dello Stato sta facendo in modo che quell’immagine sparisca dal Web, attivando polizia postale e magistratura. E’ stata una fortuna che questa volta sia capitato alla Presidente della Camera. Una fortuna perché potrà e dovrà valere di esempio per tutti e perché la “forza” e la visibilità della reazione che il ruolo permette a Laura Boldrini, probabilmente servirà a scuotere qualche coscienza e a far porre qualche domanda.
Il Web, la rete chiede consapevolezza e responsabilità. La Boldrini è una privilegiata perché, per il suo ruolo, si può permettere di avere sette poliziotti della divisione crimini informatici a sua disposizione? Perché la Magistratura agisce velocemente e con il pugno duro? Ben venga se questo serve a difendere e tutelare le altre migliaia di persone che si vedono offese, irrise e “sbattute” sul Web e, soprattutto se questo aiuta a iniziare a parlare, finalmente, di consapevolezza e responsabilità sulla Rete. Ce n’è davvero bisogno. Solo un appello, che un simile impegno venga messo a tutela di tutti e non solo di una donna famosa.