Internet? Un’oligarchia, dominata da pochi, potentissimi soggetti. Il caso del social media specialist alla quale Facebook ha disattivato, da un giorno all’altro l’account , ripropone il tema dello smisurato potere della stessa Facebook. Sia chiaro, si tratta pur sempre di una società privata e i servizi che eroga, i server, la banda che usa sono indiscutibilmente di sua proprietà e quindi, per definizione ci fa quel che vuole.
Se ti registri sottoscrivi volontariamente un contratto e ti sottometti alle regole stabilite dal “padrone”. Ma quando cominci ad avere quasi 700 milioni di utenti attivi in tutto il mondo e quando un pezzo importante dell’economia “digitale” gira sulle tue pagine (oltre un terzo dei banner negli Stati Uniti appare sulle pagine di FB, che quindi ha in mano un terzo del mercato pubblicitario online a stelle e strisce) qualche responsabilità in più non puoi non assumertela.
Il potere che il social blu ha è immenso, assoluto e segreto. Nessuno conosce le regole in base alle quali i profili vengono disabilitati nè, tantomeno Facebook risponde dettagliatamente alle richieste di chiarimento. Il profilo scompare e basta, come spesso scompaiono post, foto, contenuti che lo staff giudica “inappropriati”, in base a cosa è un mistero.
Un problema non da poco se si pensa che Facebook rappresenta ormai un monopolio non solo economico ma anche concettuale per Internet. Per gli utenti entrati in rete recentemente, quelli più passivi (che sono la maggiornaza) e per i nativi digitali (veri heavy-users di social network) Facebook è ormai l’universo digitale di riferimento: si accede, si condivide, si chatta, si posta, si naviga solo entro le pagine blu (un recente WebTrends/Adgregate documenta come le pagine che si riferiscono a siti attirino più traffico dei siti stessi. Leggi anche qui). Avere pieno potere decisionale su un universo come questo significa essere in grado d’influenzare direttamente la libertà della Rete ma, soprattutto, influenzare direttamente milioni di utenti e assorbire flussi economici, lasciando al resto del Web solo le briciole.
Per chi si occupa di online Media relations si apre un ulteriore nuovo scenario. L’universo di riferimento, i nuovi soggetti newsmaker e influencer non sono solo nel Web ma anche, e soprattutto, fra i profili di FB. E’ necessario imparare a gestire al meglio i rapporti con il social blu. Nell’universo autoreferenziale e chiuso di FB nascono influencer con grandi schieramenti di fan o di “amici”, le notizie circolano con una capacità virale enorme e le crisi d’immagine che un’organizzazione può subire sono subitanee e devastanti. Grande attenzione al nuovo “oligarca di Internet”, quindi, altrimenti il rischio è quello di concentrare gli sforzi sul Web ma perdere di vista ciò che sta diventando velocemente il “pezzo più pesante” di Internet.