In Italia c’è spazio per le nuove iniziative editoriali online? In sostanza è possibile un fenomeno tipo Huffigton Post? A scorrere i numeri che raccontano il Web del Belpaese sembrerebbe proprio di no. Le ultime due iniziative, Lettera43 e Linkiesta, fanno numeri piccolini e sono molto lontane dalle corazzate come Repubblica e Corriere. Sul Web italiano sembra proprio che ci sia stato un trasferimento netto di autorevolezza dall’analogico al digitale: i quotidiani che vendevano nelle edicole sono molto seguite anche nella versione online. Per gli altri rimangono le nicchie. Per chi fa media relations è un dato importante, soprattutto per la programmazione della copertura e la misurazione dell’impatto della propria comunicazione.
Accanto a questo vanno registrati altri due fenomeni. Il primo è la forte frammentazione delle voci sul web all’ombra dei grandi numeri dei quotidiani online. Esiste un grande numero di testate e siti che hanno un pubblico affezionato, solido e fortemente omogeneo. Anche qui, si tratta di un dato importante per i comunicatori. Non sempre val la pena essere sui mainstream come Repubblica, spesso è più efficace stare sui siti che siano più omogenei ai propri stakeholders. Infine un ultimo dato. L’Italia è il terzo Paese al mondo per utenti Facebook. Come ho avuto già modo di scrivere (vedi l’articolo), il social network blu sta cannibalizzando Internet, “rinchiudendo” gli utenti entro i propri confini. Si naviga sempre meno, spesso si rimane sui profili propri o su quelli degli amici e ci si informa attraverso le pagine Facebook dei siti d’informazione. Quando si naviga, poi, si frequentano sempre gli stessi siti: i grandi mainstream e quelli omogenei ai propri interessi.
Per un comunicatore online si tratta di tre dati che vanno tenuti preente con molta attenzione e che confermano quanto sia necessario dedicarsi strategicamente al presidio dei siti autorevoli per i propri stakeholders, ai mainstream ma anche, e soprattutto, alla presenza e interazione nei social network.