Che le crisi possano nascere da contenuti che, a prima vista sembrino inoffensivi, lo dimostra il caso dell’allora amministratore delegato di un grande gruppo finanziario, Alessandro Profumo, CEO, sino al 2010, di UniCredit. Nel 2007 un dipendente aveva registrato un video, poi postato su YouTube, nel quale l’AD si lasciava trasportare su una pista da ballo durante una convention aziendale. Di per sé non c’era nulla di strano, una serata divertente e anzi, un’umanizzazione del ruolo di un altissimo manager vedi qui il video
Il problema nasce perché il video, non senza il sospetto di malizia, viene postato su Youtube nel pieno della bufera economica della fine del 2008. Era il periodo del fallimento di Lehmann Brothers, l’economia mondiale sembrava sull’orlo del collasso e un manager, la cui banca stava perdendo oltre il 70% del proprio valore in borsa, non ci avrebbe fatto una bella figura a festeggiare.
Fu proprio questo il ragionamento del giornalista dell’Ansa che intercettò il video, ci scrisse un articolo, sottolineando proprio come questo manager ballasse e facesse festa nello stesso periodo in cui la sua azienda crollava in borsa, travolta dalla crisi economica. Inutile dire che quel video si è diffuso praticamente in tempo reale a tutti gli altri media online, esondando poi verso le reti social e la blogosfera, con commenti e valutazioni pesantemente critici. Un problema non indifferente per la credibilità dell’uomo chiamato a salvare un grande istituto finanziario dalla tempesta perfetta in cui era incappata l’economia mondiale e quindi un vulnus importante per l’azienda stessa, che fonda sulla fiducia nella propria solidità l’architrave della propria ragion d’essere.
Quel video risaliva, invece, come abbiamo detto, al 2007, quando la Banca macinava utili stellari e quindi l’AD aveva tutti i motivi per festeggiare. Il problema è che non c’era modo per capire che quel video non fosse coevo alla sua pubblicazione ma precedente. Una vera crisi d’immagine che si sarebbe potuta evitare con una mossa di una semplicità assoluta: dopo aver intercettato quel video, attraverso un sistema di monitoraggio e alerting, e compreso tutto il suo portato critico, all’ufficio stampa UniCredit sarebbe bastato postare uno o più commenti nei quali, scherzando magari sulle performance danzerecce di Profumo, si ricordavano la data e l’anno reali. Il giornalista dell’Ansa, leggendo quei commenti, non avrebbe più trovato notizia e la crisi non sarebbe mai scoppiata.