Una lunga e articolata intervista sul web, i problemi e soprattutto le prospettive, che ho rilasciato a Cristian Lanzanova di Aigol. Sarebbe bello ne nascesse un dibattito.
AIGOL (Associazione Italiana Giornali Online) ha avuto il piacere di poter fare qualche domanda al dott. Daniele Chieffi, Online Media Relation Manager presso il gruppo bancario di Unicredit, riguardo l’avvento dei nuovi media nel nostro paese, come questi hanno cambiato il suo/nostro modo di lavorare e l’importanza dell’innovazione nel sistema di comunicazione odierno. La nostra associazione era presente a Roma alla presentazione del suo nuovo libro, “Online media relation, l’ufficio stampa su internet, ovvero il Web raccontato ai comunicatori” edito dal gruppo24ore con prefazione di Gianluca Comin, Presidente FERPI, da qui le nostre domande:
Con la sua esperienza può dirci quanto sono cambiati il mondo e la cultura digitale nel nostro paese?
Oggi è normale andare “sul sito” per cercare informazioni e approfondimenti, come è normale dire “lo trovo su Internet”. Ci si aspetta sempre di più che enti e aziende eroghino servizi online, così come si organizzano le vacanze via Web e si fanno acquisti online. Sono tutti segnali del fatto che Internet, come strumento, sia entrato ormai nell’uso comune e sempre più lo sarà. Altro discorso quello della cultura digitale. Lì siamo ancora molto indietro.
Come se lo spiega?
Internet, in Italia, è stato “comunicato” e recepito perlopiù come strumento per fare qualcosa e non come una nuova dimensione sociale aumentata, come in effetti è. La Rete è stata strumentalizzata soprattutto a fini di marketing e commerciali. L’arrivo dei Social network sta completando l’opera. Ambienti chiusi come Facebook “imprigionano” gli utenti, in particolare le nuove generazioni. Si naviga sempre meno in Rete e sempre più fra i profili del Social blu e la cultura digitale con la quale si viene in contatto non è altro che le regole di funzionamento del network, decise da un’unica azienda, in modo arbitrario, e non certo quelle della Rete, basate su condivisione, costruzione della comunità, apporto di valore dai margini…
Quanto ha rivoluzionato il suo lavoro l’arrivo della multimedialità?
Ha detto bene: rivoluzionato. Non sbaglio se dico che oggi il mio lavoro è profondamente diverso da quello che era prima. Diversi i ritmi, diversi gli strumenti, diverse le dinamiche e le regole, diversi gli interlocutori. Le uniche cose a non essere cambiate sono gli obbiettivi e la necessità di una grande preparazione professionale.
Rifacendomi al titolo del suo libro “Online media relations, l’ufficio stampa su internet ovvero il web raccontato ai comunicatori”, è più il potere che da il web o quello che il web stesso possiede? insomma, quanto è importante sapere di web al giorno d’oggi?
In generale il Web è in grado di dare il potere che possiede. La sua capacità di influenza sul singolo, di coinvolgerlo e renderlo protagonista rendono il Web un media potentissimo. Ma, a ben guardare, la vera rivoluzione è la mancanza di barriere d’accesso. Chiunque, a patto di avere qualcosa di interessante da dire e di dirlo con le regole dell’online, può giovarsi del potere d’influenza del Web. Una cosa assolutamente inedita. Da questo punto di vista, quindi, è forse più il potere che dà, proprio perché, il web, lo concede, democraticamente, a chiunque. Trovatemi un’altra dimensione sociale umana in grado di far questo.
Continua qui a leggere l’intervista