Ma quanto influenzano questi influencers? E, soprattutto, chi e cosa sono? A Perugia, per il festival del giornalismo abbiamo provato, il sottoscritto con Vincenzo Cosenza, Luca Conti e Manuela Kron a iniziare a sviscerare il tema e qui ne avevamo già parlato.
Iniziare perché la cosa è assai complessa e non è certo sufficiente una chiacchierata di un’ora per arrivare a una sia pur superficiale definizione. Quello che è venuto fuori è che questi benedetti influencers in fondo sono di due tipi: quelli che sono “esperti di qualcosa” e che possono influenzare le decisioni di acquisto dei loro pubblici di riferimento e quelli che si caratterizzano per essere “hub informativi” e che quindi finiscono per svolgere, a volte egregiamente, il ruolo dei “media” nel senso classico del termine.
Sui primi lascio il campo a chi si occupa di marketing, limitandomi a citare qui chi è decisamente contrario a riconoscere un qualsiasi potere di influenza sulle scelte di acquisto da parte degli influencers. Dal mio punto di vista, ciò che conta di più sono proprio gli hub informatvi, ovvero quei nodi della rete che, all’atto del transito delle informazioni riescono ad aggiungere valore, a inverare, agli occhi del loro pubblico, quel che dicono. In buona sostanza gli influencers informativi sono “newsmaker” stabiliscono l’agenda setting della loro audience e, cosa ancor più importante, sono i veri motori delle crisi di comunicazione che si trovano stesso ad affrontare le aziende.
Parliamo di “nuovi media” ovvero di nuovi soggetti in grado di essere percepiti, grazie alla reputazione online che si sono riusciti a costruire, come fonti informative autorevoli. Quali sono? Se vogliamo stare alle definizioni è influencers sia il grande mainstream online, il grande e autorevole quotidiano, sia il blogger, sia il singolo opinion leader sui social network. Un ampio campionario di nuovi interlocutori, di newsmaker, sul cui ruolo c’è molto da approfondire e da studiare.
Qui sotto il panel di Perugia. La discussione è aperta.