L’immagine evocata dalla lettura dell’Ebook di Carlo Felice Dalla Pasqua è quella di un grande attore, abituato agli applausi e alle ovazioni che, improvvisamente, viene deriso, peggio, ignorato. Incapace di comprendere cosa stia accadendo, continua imperterrito a recitare, con tronfia presupponenza, in un teatro vuoto immaginando applausi che non arriveranno mai più. “Il giornalista fantasma”, edito da 40k, racconta una storia simile: l’incapacità di comprendere dei giornalisti, dei gatekeeper professionali perché, improvvisamente, il loro ruolo sia messo radicalmente in discussione, perché sia percepito come marginale o peggio, inutile.
Cronache di un giornalismo sull’orlo di una crisi di nervi, si poteva anche intitolare questo piccolo gioiellino di autoanalisi giornalistica e anche, diciamocelo fra colleghi, psicologica. La causa è ovvia: il Web, la socializzazione, la nascita del lettore/editore, del prosumer, per dirla con Toffler, l’abbattimento della distanza fra giornalista e lettore (dal quale, bisogna dirlo, il giornalista stesso si era tenuto ben lontano e distinto, sempre).
Si badi bene, però, Carlo Felice non ha steso l’epitaffio della professione. Dopo aver disegnato il profilo del professionista smarrito che si rifugia nel vecchio per il terrore del nuovo, spiega, agilmente, cosa stia in realtà accadendo e offre le chiavi interpretative anche a quelli che lui stesso definisce “dinosauri”. Insomma la soluzione per non fare la fine dei rettili del cretaceo.
Scorrendo le circa 40.000 battute del “Giornalista fantasma” ecco che il professionista stesso riacquista corporeità, centralità, utilità, valore professionale, a patto che sappia interpretare i nuovi linguaggi, il nuovo rapporto con il lettore e la collaborazione con quest’ultimo. Riprende corpo il giornalista che sa raccontare con gli strumenti della Rete e del Web, che, soprattutto, è in grado di costruirsi quell’autorevolezza che prima gli veniva consegnata, a torto o a ragione, compresa nel tesserino professionale e nella possibilità di pubblicare su qualche media.
Verso la fine dell’Ebook ecco apparire la vera “parola chiave”: responsabilità. Carlo Felice Dalla Pasqua, finalmente apre il fronte della responsabilità di chi scrive e pubblica. La consapevolezza della responsabilità che cade sulle spalle di chiunque, soprattutto se si è costruito una autorevolezza in Rete, che scriva e racconti una storia. E responsabilità nuova del giornalista, nei confronti dei propri lettori. Responsabilità che passa da un’etica di ferro, da una grande capacità professionale, dallo studio e dalla comprensione dei nuovi linguaggi, insomma dalla capacità dei giornalisti di interpretare appieno il ruolo che spetta loro e a cui li costringe il Web: quello di onesti narratori del reale, di prestatori di servizio ai propri lettori. Bravo Carlo Felice. Ora tocca a noi giornalisti seguire quello che il nostro collega ci ha così ben spiegato, per non fare la fine di attori senza pubblico o peggio, di giornalisti fantasma.