Una volta che il file è stato sottoposto alla redazione, il giornale riceve una email, che lo avverte dell’ arrivo del materiale. A quel punto scatta un trasferimento temporaneo e sicuro di file. Questo ultimo passo non è ancora automatico, rileva Matthew Terenzio, direttore del Web Development alla ‘’Hour Publishing Co’’ e uno dei partecipanti al progetto. Il modo migliore per realizzarlo, spiega, sarebbe la presenza di un software di criptaggio – in particolare il GnuPG, che è open source – sistemato a valle presso il giornale.
“E’ improbabile che il grosso dei giornali possano averlo già’’, aggiunge Terenzio, che sta comunque lavorando per aiutare alcune redazioni ad allestire il proprio autonomo box per facilitare questo passo.
Ma nei giornali in futuro dovrebbe crescere la familiarità con i sistemi di criptaggio, soprattutto se il flusso di ‘soffiate’’ locali si intensificherà. Dopo tutto, come dice Terenzio, ‘’quelli che un tempo venivano chiamati lettori o fonti, seguono il ritmo del cambiamento, molto più di quanto non facciano le redazioni’’.
da Lsdi