Una pagina non indicizzata può continuare a esistere anche senza che alcun motore di ricerca sia in grado di trovarla. Nel concreto: potreste creare decine di siti con nomi particolarmente astrusi (tipo dnsjfndsnfds.eu), non associare ad essi alcun metadata, e il gioco è fatto: tutte queste pagine non saranno altro che rumore di fondo nelle ricerche, puro inquinamento informatico, e a conti fatti parte dell’icerberg sommerso della rete.
Ma non finisce qui. I numeri che lasciano davvero a bocca aperta arrivano quando si passa al puro flusso dell’informazione digitale, al di là delle singole pagine. In questo senso, Internet pare definitivamente entrata nell’ era dello zettabyte. E nell’infografica affianco potete considerare i numeri della sfera Internet nel 2010 come evidenziati dal sito Mashable.
Uno zettabyte è un miliardo di terabyte (la biblioteca del Congresso di Washington contiene appena venti terabyte). E cioè, per capirci davvero, l’equivalente in dati di tutta l’umanità che posta continuamente messaggi su Twitter per un secolo. Questa mostruosa quantità di informazione ha sollevato da più parti, e già da diverso tempo, l’idea della possibile fine dello spazio su Internet così come l’abbiamo concepito finora. Bene: pochi giorni fa Mashable ha ipotizzato la data (2 febbraio) e l’ora (circa le quattro del mattino) in cui ragionevolmente tutti gli indirizzi IP finiranno. Per gli aficionados, o i sadici, c’è anche una pagina Twitter chiamata ARPAgeddon che tiene il countdown per il termine del sistema corrente, IPv4.
Se state pensando che questo coinciderà con una catastrofe totale e che non sarete più in grado di aprire un blog, tirate pure il fiato.
La versione 6 dei protocolli IP è già disponibile e si attende soltanto la transizione da un sistema all’altro. Stando all’ Internet Society questo dovrebbe avvenire senza troppi scossoni, e già la grande maggioranza dei sistemi operativi, Windows e Mac Os inclusi, è in grado di supportare IPv6. Anche se in Italia, come al solito, le cose vanno purtroppo un po’ a rilento e potrebbero esserci dei ritardi nella metabolizzazione delle nuove risorse.
In ogni caso, se il 4 febbraio all’alba non avete niente da fare, potrebbe essere divertente connettervi e vedere che succede.
Da Wired